Parte da lontano l’analisi, sotto riportata, del dottor Giovanni Amarù, socio dell’Associazione Medico Sportiva Patavina, in relazione al rapporto di reciproca dipendenza che intercorre tra le disfunzioni stomatognatiche e le alterazioni dei muscoli del capo, del collo e delle spalle interferendo, quindi, sulla corretta postura.

 

INTERDIPENDENZA TRA LE DISFUNZIONI

DELL'APPARATO STOMATOGNATICO

E LA POSTURA DI CAPO, COLLO E SPALLE.

 

Uno studio controllato ed eseguito in doppio cieco di Nicolakis et al. (2000) comparò 25 pazienti con Disfunzioni Temporo Mandibolari (D.T.M.) con 25 soggetti sani per quanto riguarda l'incidenza di anomalie posturali. Furono eseguite misurazioni relative alla regione cervicale e dorsale sul piano frontale e sagittale. Gli A.A. trovarono molte più anomalie posturali nei pazienti con D.T.M. che nei soggetti sani, per cui, data l'evidenza della reciproca influenza tra apparato stomatognatico e postura, essi conclusero che è  raccomandabile che i pazienti con D.T.M. eseguano esercizi posturali.

Uno studio clinico controllato randomizzato di Wright et al. (2000) esaminò gli effetti degli esercizi posturali nei pazienti con D.T.M. di origine muscolare. 60 pazienti furono divisi in maniera randomizzata in 2 gruppi di 30: il primo gruppo (gruppo di studio) ricevette istruzioni per lo svolgimento di esercizi mandibolari ed esercizi posturali, mentre il secondo gruppo (gruppo di controllo) ricevette istruzioni soltanto per lo svolgimento dei esercizi mandibolari. In tutti i pazienti  furono valutati la massima apertura mandibolare in assenza di dolore e la soglia del dolore muscolare (con un algometro a pressione);  inoltre ogni paziente valutò il proprio dolore utilizzando la scala analogica visiva (VAS). I soggetti del gruppo di studio riportarono una riduzione dei sintomi mandibolari e cervicali rispettivamente del 42% e 38%, contro una riduzione dell'8,1% e 9,3% nel gruppo di controllo.

Ci fu inoltre una notevole correlazione tra il miglioramento dei sintomi di D.T.M. e la differenza tra le misurazioni posturali di capo e spalle prima e dopo il trattamento. Gli A.A. conclusero che gli esercizi mandibolari associati agli esercizi posturali sono più efficaci dei soli esercizi mandibolari nei pazienti con disordine di tipo muscolare; inoltre, i pazienti con postura anteriorizzata di capo e spalle hanno una probabilità più alta di ottenere un miglioramento dei sintomi grazie agli esercizi posturali.

Tra i metodi fisioterapici normalmente utilizzati, i programmi di esercizi, che devono essere svolti anche autonomamente dal paziente, sembrano essere quelli più efficaci. Per quanto riguarda i mezzi di terapia fisica (elettrostimolazione, TENS, corrente interferenziale, laser, US), l'effettiva utilità della maggior parte di essi deve ancora essere verificata. La maggior parte dei dati non mostra la superiorità di alcun trattamento rispetto agli altri, ed inoltre la superiorità di tali metodi rispetto al placebo non è stata verificata.

Il successo del trattamento fisiokinesiterapico dipende in notevole misura anche dalla motivazione, cooperazione e compliance del paziente stesso. Nei pazienti con D.T.M., infatti, da uno a due terzi dei risultati raggiunti grazie al trattamento sono attribuibili, secondo gran parte degli A.A., all'effetto placebo ed al buon rapporto instauratosi tra fisioterapista e paziente. D'altro canto, come da molti è sottolineato, vi sono da considerare innate cause di insuccesso (fattori emozionali, disturbi psicosomatici, problemi psicosociali e naturalmente salute generale). Queste non devono limitare l'intervento terapeutico specifico, piuttosto essere motivo di una più stretta collaborazione polispecialistica.

Futuri miglioramenti nella diagnosi e nel trattamento dei D.T.M. saranno il risultato  di una collaborazione multidisciplinare tra professionisti di diversi campi.

La ricerca futura dovrebbe rivolgersi ai seguenti ambiti:

  • Necessità di effettuare studi che portino alla precisa definizione dei fattori eziologici dei D.T.M.; solo attraverso descrizioni definitive di tali fattori basate sull'evidenza i D.T.M. saranno caratterizzati, diagnosticati e trattati in maniera più efficace
  • Necessità di condurre studi epidemiologici  accuratamente disegnati, analitici, trasversali e longitudinali con appropriate misure cliniche per chiarire la prevalenza di segni e sintomi di D.T.M. e le loro variazioni nel tempo. Tali studi dovrebbero identificare associazioni con condizioni potenzialmente predisponenti e precipitanti. Inoltre le differenze tra i sessi riportate in diversi studi richiedono ulteriori approfondimenti
  • È necessaria una classificazione diagnostica dei D.T.M. basata sull'eziologia; lo sviluppo di tale classificazione sarà possibile dopo aver identificato chiaramente i fattori eziologici implicati nella genesi dei D.T.M. La realizzazione di tale classificazione rappresenterà il primo passo in un approccio razionale allo sviluppo di protocolli diagnostici e terapeutici.

 Questo approccio dovrebbe portare alla definizione di sottocategorie che permetterebbero l'eliminazione del termine “disordini temporo mandibolari”, ormai troppo generico e controverso.

  • Sono necessari metodi diagnostici validati per l'identificazione e la classificazione dei pazienti con D.T.M.. Il  valore diagnostico di queste metodiche dovrebbe essere stabilito nel rispetto dei criteri di sensibilità, specificità, affidabilità, e rapporto costo-beneficio.
  • Sono necessari test clinici controllati per determinare l'efficacia delle singole metodiche di trattamento utilizzate nei D.T.M.. Questo studi dovrebbero dimostrare un rapporto costo – beneficio favorevole.
  • Ulteriori studi dovrebbero dimostrare la suggerita efficacia dell'uso combinato di varie modalità terapeutiche e portare allo sviluppo di protocolli di trattamento specifici per ogni differente forma di D.T.M.

                                                                                                                            Dott.Giovanni  Amarù

                                                                    Medico Chirurgo Posturologo

Certificazione di Idoneità Non Agonistica

 

In allegato potrai prendere visione di un importante risultato raggiunto dalla FMSI direttamente comunicato dal Presidente Maurizio Casasco, e la nota Ministeriale.

 

 

POSTUROLOGIA E SPORT

 

 Dr. Giovanni Amarù, medico chirurgo posturologo

 

Lo sport ormai è diventato parte integrante della nostra società. L’attività sportiva è finalizzata al miglioramento del corpo in tutta la sua complessità (muscolare, articolare, organico, funzionale, neurologico), ma spesso le persone sportive sia atleti che amatori accusano dolori che li vincolano nella pratica della loro disciplina.