Gigliola Gori

Nel Regno d'Italia la pratica dell'educazione fisica e dello sport è tributaria dell'ideologia nazionalista che, dal protoassociazionismo risorgimentale all'organizzazione sportiva del fascismo, ne promuove lo sviluppo frai giovani in vista di obiettivi che poco hanno a che vedere con quelle discipline. Anche l'attività motoria della donna, malvista nel diciannovesimo secolo, trova spazio sotto l'egida fascista, ma a fini eugenetici, per il miglioramento della razza. I Giochi Olimpici, disertati dagli italiani nelle prime edizioni, vengono poi utilizzati quale palcoscenico internazionale dal quale inviare messaggi forti: gli atleti e le "atletesse" d'Italia sono gli eloquenti ambasciatori in una Nazione che si propone come fisicamente e moralmente ben preparata ad ogni tipo di cimento.
 
Editore: Panozzo Editore Collana: Saggi Anno edizione: 1996 Pagine: 164 p. EAN: 9788886397018